Monumenti religiosi
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Tanti sono gli esempi architettonici e artistici
della devozione dei pievesi al culto cristiano; vediamo i principali.
Cappella di Santa Chiara (sec. XVI-XVII)
La cappella di S. Chiara in via Galuppi è la cappella del monastero delle Clarisse. Il Monastero fu fondato e costruito nel 1516, ricostruito nel 1633-50 e divenne ospedale in seguito alle soppressioni napoleoniche; oggi è sede del Poliambulatorio e del "Centro della Cultura".
Sulla porta d’ingresso della Chiesa è da notare l’organo a mantice di Traeri del 1687.
La pala d’altare, di Benedetto Gennari il Giovane, rappresenta santa Chiara nell’atto di vestire l’abito monastico, ed è incastonata in una preziosa architettura dipinta, con colonne tortili, bassorilievi e decorazioni a stucco.
Suggestivo il trompe l'oeil, che mira a dare l’illusione della realtà attraverso una finta finestra dipinta sulla sinistra dell’altare maggiore.
Notevole il paliotto in scagliola dell'altare, con al centro l’immagine della santa.
A sinistra dell’entrata la piccola cappella del Crocifisso, in stile rinascimentale.
SANTISSIMA TRINITA’
La costruzione della chiesa e dell’annesso oratorio è da far risalire alla Compagnia della SS. ma Trinità, sorta nel clima successivo al Concilio di Trento (chiusosi nel 1563). La compagnia della SS. ma Trinità si prefigge una duplice direttrice d’azione: da un lato il culto alla Trinità, dall’altro l’opera benefica a favore di ammalati e pellegrini. La Compagnia gestiva infatti un “ospedalino” che si trovava in alcune case di sua proprietà in prossimità della chiesa, contrassegnate ancora oggi da un Crocifisso in terracotta simile a quello sulla facciata. Grazie ai numerosi lasciti testamentari, nel 1603 pote' essere intrapresa la costruzione della Chiesa.
L’interno è in stile barocco. La pala d’altare rappresenta la SS. ma Trinità ed è opera di L. Massari (metà '600): ai piedi del Cristo morente si profila una visione fantastica di Pieve e la committente dell’opera.
Nell’oratorio vi e' un ciclo di affreschi di due importanti autori bolognesi del 600, L. Spada e F. Brizio. Notevole anche il coro intagliato in noce e intarsiato in pero, moro, mandorlo, ed il paliotto in scagliola, con al centro la casa della Madonna di Loreto che vola su Pieve.
La pala raffigurante Cristo tra i discepoli di Emmaus è opera di B. Gennari, allievo del Guercino, autore anche di una Crocifissione ora in Collegiata.
SAN ROCCO E SAN SEBASTIANO
La chiesa di San Rocco fu eretta tra il 1615 e il 1628 sulle rovine di un precedente edificio del 1440, come voto dei pievesi per la preservazione da un contagio. Questa chiesa riveste particolare importanza per il suo ruolo nella storia del paese. S. Rocco si istituì fin dall’inizio come centro di servizi e di accoglienza: nella piazzetta antistante si trovava infatti l’ospedale del paese e qui vi era anche un pozzo per l’approvvigionamento dell’acqua.
S. Rocco e S. Sebastiano sono i protettori degli appestati e il loro culto si diffonde alla fine del '300 e nel '400 a seguito delle ripetute epidemie.
L’altare maggiore risale al 1644 ed è ornato con tre statue lignee: S. Rocco, S. Sebastiano e la Madonna della Cintura, opera dell’intagliatore e scultore ferrarese Antonio Porri.
S. Rocco è rappresentato secondo la tradizionale iconografia: il mantelletto (sanrocchino) ed il bastone, poiché era un pellegrino e spese la sua vita assistendo i malati di peste, finche' cadde egli stesso malato: si narra che ad assisterlo ci fosse un cane (sempre presente nelle raffigurazioni), che gli portava da mangiare e gli leccava le ferite per alleviargli il dolore.
S. Sebastiano era invece un giovane soldato romano che, convertitosi in segreto al Cristianesimo, fu poi scoperto dall’imperatore Diocleziano che lo fece saettare dai suoi stessi soldati. Per questo è sempre raffigurato nudo, con le mani legate e trafitto da frecce.
Alcune altre statue ornano gli altari: S. Antonio, S. Rita, S. Appollonia, S. Lucia, S. Luigi.
In collaborazione con @rteria, associazione culturale di Pieve