Carità: Conferenza di San Vincenzo
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La Conferenza di San Vincenzo a Pieve di Cento
A Pieve di Cento per molti anni nell’Asilo L. Campanini sono state presenti le suore della Carità della Famiglia Vincenziana, che assistevano i ragazzi e le ragazze orfani o bisognosi; più tardi l’asilo ospitò la scuola materna, curata dalle suore fino ad alcuni decenni fa.
Anche
all’Ospedale dell’Immacolata a Pieve operavano come infermiere le Suore
Vincenziane, riconoscibili per il loro cappellone bianco.
La vita religiosa ha influito sulla popolazione che si univa nella Chiesa di S.
Chiara alle funzioni quotidiane delle suore. Molto vicina a loro fu Angiolina
Melloni (conosciuta come Angiolina "della Tuda", nata nel 1898 e deceduta
nel 1985) che ha fondato e condotto la san Vincenzo a Pieve per 60 anni dando un
esempio luminoso di vita spesa per i bisognosi.
Angiolina iniziò iscrivendosi con alcune signore di Pieve alla "S. Vincenzo”;
con loro si interessava ai problemi dei tanti bisognosi. Angiolina andava al
domicilio di tutti visitando i malati (faceva anche le iniezioni), gli anziani,
e soprattutto i bambini; riceveva ogni cosa le venisse offerta, prevalentemente
generi alimentari e li portava direttamente dove servivano. Ad ogni bambino che
nasceva (in ogni famiglia c’erano diversi fratelli) ella portava come piccolo
omaggio una "magliettina da sotto" con le maniche lunghe per l’inverno.
Si prodigava con ancor più attenzione per le famiglie dove uno dei figli era in
seminario per diventare sacerdote, o missionario. Aveva una predilezione per i
sacerdoti che ha aiutato in tutti i modi e sempre con grande ammirazione. Quando
le condizioni economiche a Pieve sono migliorate, ha aiutato i missionari in
terra di missione fra popolazioni bisognose di annuncio e di aiuto. Sul suo
esempio è ancora attuale la necessità di inviare aiuti, ora con adozioni a
distanza o in altri modi.
Attualmente
a Pieve siamo un gruppo di socie, abbastanza avanti con gli anni e ci attendiamo
un ricambio generazionale con l’ingresso di nuovi Soci e Socie che portino nuove
energie.
Le entrate della S. Vincenzo provengono dai contributi volontari, liberi e
segreti delle socie durante le riunioni mensili, contributi di privati che
versano offerte al Parroco destinate alla S. Vincenzo, erogazioni di
istituzioni.
La
Conferenza svolge un lavoro continuo e silenzioso in favore dei poveri del
territorio. Visitiamo principalmente gli anziani a domicilio, gli ammalati
ricoverati all’Ospedale di Cento e gli Ospiti della Casa di riposo di Pieve.
I nostri interventi finanziari sono diversi a seconda delle necessità:
procuriamo il latte particolare per un neonato, portiamo viveri per impellenti
necessità di singoli e famiglie, compriamo medicine a chi non può
procurarsele...; le necessità cambiano nel tempo. Al momento sosteniamo anche
due adozioni a distanza attraverso sacerdoti missionari, e diamo un contributo
per il funzionamento della Casa di prima accoglienza di Pieve gestita dalla
Caritas Parrocchiale e intestata ad Angiolina Melloni.
Il nostro impegno principale sono le visite a domicilio degli anziani e dei
sofferenti; spesso sono persone autosufficienti ma sfiduciate, che non si
sentono più utili e vivono chiuse in casa senza più molte relazioni esterne. La
visita di una persona amica può aiutarle a sentirsi ancora importanti.
Dopo aver dato tanto nella loro vita laboriosa, per gli anziani è arrivato il
tempo di ricevere attenzioni e cure. I nostri anziani non sono un peso di cui
disfarsi appena possibile, sono le nostre radici, di cui andare orgogliosi anche
se talvolta perdessero il senno. Sarà necessario attivare tutti gli accorgimenti
possibili per farli sentire ancora importanti, e unire tutte le energie del
pubblico e dei privati con piena sinergia e disponibilità perché la civiltà di
un popolo si misura da come sono trattati gli anziani e i meno fortunati.
Breve storia delle “Conferenze di San Vincenzo”
San
Vincenzo de Paoli, nato e vissuto in Francia (1581 - 1660), è conosciuto in
tutto il mondo perché esercitò la Carità in forma integrale e totale. Non
gli
bastava fare l'elemosina, era convinto che i poveri, gli ammalati, i carcerati
si dovessero cercare, incontrare e amare con tutte le premure perché in essi si
trova la persona di Gesù Cristo.
Anche allora i poveri erano disprezzati ed emarginati e vivevano ai margini
della società; San Vincenzo si è preso cura di loro per liberarli dalla
schiavitù del bisogno. Gli emarginati non erano raggiunti neanche
dall’evangelizzazione, cosi oltre a morire di disperazione dopo la morte
rischiavano di perdere anche l’anima, che è la sventura più grande. San Vincenzo
non poteva sopportare questa grande ingiustizia; organizzò e istruì sacerdoti
che divennero missionari nelle campagne. Era convinto che la Chiesa doveva farsi
carico dell’istruzione religiosa. Mise mano alle radici della povertà, visitava
le famiglie, aiutava, consolava, curava, per togliere la persona dalla schiavitù
della necessità e del bisogno, per ridare al povero la sua dignità. Gli
emarginati passavano così dalla disperazione e spesso dalla malavita e dal vizio
ad una condotta più ordinata e, vedendosi aiutati, superavano i momenti
difficili, uscivano dalla povertà e dalla malavita, con notevole vantaggio anche
per la società civile.
S. Vincenzo è stato proclamato santo nel 1737 da papa Clemente XII, ed additato come esempio per tutta la cristianità per il suo concetto nuovo di povero e di carità.
Anche
grazie a San Vincenzo, pian piano nel tempo anche la mentalità comune è
cambiata. È stata riconosciuta la dignità del povero, il suo diritto
all’assistenza, fino alla attuale organizzazione sociale delle democrazie
evolute.
Le visite suggerite da S. Vincenzo: al domicilio dei poveri, negli ospedali per
i sofferenti, nelle carceri per i condannati sono state praticate spontaneamente
come opere di carità da volontari.
Circa due secoli dopo il vincenziano beato Federico Ozanam (1813 - 1853),
anche lui francese e dedito alla carità secondo lo spirito di S. Vincenzo,
organizzò i volontari più assidui in gruppi che si riunivano regolarmente e ad
ogni volontario era assegnato un compito: una famiglia da visitare, un malato da
seguire.
Questi “incontri” regolari e bene organizzati vennero chiamati “Conferenze”; S.
Vincenzo fu ispiratore e protettore, così per tutti sono le Conferenze di S.
Vincenzo.
Questo modo di fare carità si diffuse, oltre che in Francia, in molti paesi e
anche in Italia. Federico Ozanam viaggiò molto. Venne in Italia, organizzò la
Carità in diverse città, aiutò le Conferenze esistenti, ne fondò di nuove.
Tutt’ora tali Conferenze sono diffuse in tutto il mondo, unite ai Sacerdoti che
sono gli Assistenti spirituali.
Il Beato Ozanam, insieme a Santa Luisa di Marillac, fondò le Suore della Carità
ispirandosi al suo "maestro" San Vincenzo.
A cura di Sara Magagna
Per ulteriori informazioni:
www.sanvincenzoitalia.it