Cliccare sulle parole sottolineate per vedere le immagini
La raccolta comprende 38 tavolette: 32 dedicate al Crocifisso e 6 dedicate alla Madonna di Piazza.
Le più antiche sarebbero da collocare all’inizio del XVII secolo.
Esse rappresentano una particolare tipologia di ex-voto che si diffonde soprattutto dopo il Concilio di Trento, per la tendenza ad una spiritualizzazione delle immagini.
Il nodo centrale della narrazione è l’intervento divino in una situazione di pericolo.
Le tavolette fotografano in una sola immagine tutto il caso nella sua interezza.
In particolare nelle tavolette di Pieve troviamo l’immagine del Crocifisso, generalmente in alto a sinistra. Questa collocazione esprime un valore simbolico: a oriente sorge il sole e da quella direzione si effonde la potenza divina.
Le tavolette si presentano anche come documenti che testimoniano una loro singolarità per quanto concerne tanto la vicenda narrata, quanto l’aspetto stilistico. La cultura e l’esperienza di chi dipinge rivestono un certo peso.
L’aspetto devozionale è colto in quanto fatto individuale: l’individuo è ritratto in atteggiamento di preghiera e ringraziamento.
Il miracolo è visto non come qualcosa di sovrannaturale, ma come una forza di ordine che opera sull’anarchia umana.
L’esposizione della tavoletta al pubblico è testimonianza della grazia ottenuta, arricchimento del santuario e prova delle capacità taumaturgiche del Santissimo Crocifisso.
Sei di queste tavolette sono dedicate alla Madonna di Piazza.
Si tratta di un affresco trasportato su tela nel 1764 e la cui prima testimonianza negli annali dell'ospedale di Santa Maria risale al 1462.
Presso l’altare in cui ancora oggi è conservata l’immagine gotico-bizantineggiante, i confratelli di Santa Maria della Devozione raccoglievano offerte dagli ambulanti del mercato, da destinare ai poveri.
Le tavolette riguardano prevalentemente incidenti stradali, frequenti in quel punto della strada.
Olio su tavola, sec. XVII, cm 24x18
Scritta: P.G.R.
Due persone di civile condizione, appena entrate in casa, evitano di essere colpite dall’esplosione di un colpo di fucile che un giovane tiene imbracciato. L’interno domestico è tipicamente seicentesco. Il Crocifisso, non invocato, pende da una parete senza nimbo.
Tav. II
Olio su tavola, sec. XVII, cm 27,5x20,5
Presumibile invocazione al Crocifisso di due gentiluomini in angustie, come insinua lo stretto steccato che li circonda.
Olio su tavola, sec. XVII, cm 24x19,5
Invocazione al Crocifisso da parte di una mamma per una giovane giacente a letto, in un ambiente domestico borghese.
Olio su tavola, metà sec. XVIII, cm 26x22
Un cavaliere rimane salvo a seguito di una esplosione di fuochi pirotecnici. Ambientazione non locale.
Olio su tavola, metà sec. XVIII, cm l9,5x28,5
Scritta: P.G.R.
Due donne, in presumibile veste di confraternita, invocano grazia in favore di una giovane, inginocchiate dinnanzi al Crocifisso collocato davanti alla sua cappella su supporto processionale.
Olio su tavola, 6 maggio 1779, cm 28,5x17 (con cornice di cm 2,3)
Scritta: (retro) “Li 6 maggio 1779 nell’venire da Faenza / vicino al ponte della Slustria [presso Imola] andarono a / pericolo di perdere la vita il Canonico Faustino Petraco (...), / Vincenzo Magri, Orsola Riguzzi, Francesca Riguzzi, / Antonio Sartorini, i quali (...) il / Crocifisso scamparono la morte massime la / Francesca Riguzzi che [si] credè che morisse la / stessa notte che doppo 20 giorni si trovò / presentemente guarita (...). / 5. Pietro (...) si portò ale (...).
Olio su tavola, fine sec. XVIII, cm 23x16,5 su supporto di cm 1
Scritta: P.G.R.
Un contadino cade da un albero nell’atto di raccogliere frutta. A sinistra domina in un vasto nimbo un Crocifisso in posizione frontale.
Tav. VIII
Olio su tavola, fine sec. XVIII, cm 24,5x16,5
Scritta: P.G.R. entro cartiglio arricciato
Caduta da un albero che si sta spezzando. Ambientazione lunare. Il Cristo frontale è circoscritto da un corposo nimbo.
Olio su tavola, fine sec. XVIII, cm 26,5x18
Una persona di civile condizione si salva da uno scivolamento di scala durante l’esecuzione di lavori di pittura (?). Lo soccorre un villico.
Olio su tavola, anno 1785, cm 25x18,5
Scritta: P.G.R. (barrata all’inizio da un filo rosso)
(retro) “Io Giacomo Figlio di Francesco Cenachi andò a Cento a / vedere la corsa de Barberi la Domenica di Pentecoste, / fui getato a Terra da un Cavallo con rutura della clavicola della / spalla, e fui condoto alla pieve nel mio letto e li notti e / giorni quaranta con il Bracio al collo, di Grazia di Dio / sono salvo - Adi 15 Maggio 1785 - Grazie”. Fa da scenario il palazzo del governo.
Tav. XI
Olio su tavola di forma non rettangolare, anno 1794, cm 27,5x21
Scritta: P.G.R. L.P.
(retro) “Per gracia riceutta a me / Lorenzo Palladini / Adì 20 otobre / 1794 in Pieve”.
Un benestante, inginocchiato su un tappeto, ringrazia il Crocifisso. L’ambientazione domestica è segnata da un ricco drappeggio.
Olio su tavola, fine sec. XVIII, cm 29x18,5
Scritta: P.G.R.
Un ammalato in letto è guarito nel momento in cui un sacerdote lo asperge con acqua santa. Singolarmente il Crocifisso guarda l’ammalato.
Olio su tavola, anno 1801, cm 22x16
Scritta: P.G.R.
(retro) “Pellegrino Correggiari ottene la grazia dal SS.mo Crocefisso di Pieve / per una malatia di giorni 39 di Febbre Cattiva osia maligna e li / furono Soministrati li S.Sacramenti dell’Aucarestia, Oglio / Santo, Agonia [d]alli R.R.P.P. Scolopi e racomandazione / dell’anima nel mese di Noembre del anno 1801”.
Olio su tavola, Inizio sec. XIX, cm 26x18
Scritta: P.G.R.
Una persona inginocchiata invoca il Crocifisso a favore di un ammalato. L’ambiente domestico è molto stilizzato, manca di prospettiva, mentre il nimbo del Crocifisso, per quanto solo mistico, riflette la sua luce sull’orante, che proietta a sua volta la propria ombra sul letto.
Tav. XV
Olio su tavola, primi decenni sec. XIX, cm 23x16
Ancora in foggia di viaggio, appena sceso dal traghetto, un devoto ringrazia il Crocifisso. Indice delle avversità è il cappello svolazzante. Ambientazione non precisabile.
Olio su tavola, anno 1802 (?), cm 24x19
Scritta: P.G.R.
(retro) “1802 (?) Adi 6. Agosto / Giovanni Franciosini nel giorno suddeto trovandosi / in punto di Morte, raccomendatosi (.../te) ricevette la Grazia di guarigione nell’Ospi / tale di Cento”.
L’ambientazione è tipicamente neoclassica, il sacerdote che amministra l’estrema unzione è uno scolopio.
Olio su tavola, inizio sec. XIX, cm 29x22,5
Guarigione di donna dopo avere probabilmente ricevuto l’Eucarestia, giacché il sacerdote, presumibile scolopio, è rivestito di cotta e stola gialla. L’ambiente ci riporta ad una camera da letto neoclassica e a livello alto borghese. Singolare l’abbinamento delle immagini del Crocifisso e della Vergine.
Olio su tavola, anno 1807, cm 27,5x17,5
Scritta: P.G.R.
(retro) “Pacifico Resca 1807”.
Entro una cantina due lavoratori aiutano a risalire una persona caduta nel pozzo.
Olio su tavola, primi decenni sec. XIX, cm 27,5x2 1,5
Scritta: P.G.R.
In uno scantinato due familiari estraggono una persona caduta in un pozzo.
Olio su tavola, anno 1808, cm 29,5x2 1,5
Scritta: (retro) “Grazzia otenuta da francesco Baralldi / di Pieve lano 1808”.
Un operaio cade a precipizio a seguito dello schianto di una trave del tetto al cospetto di un compagno terrorizzato. Probabile ambientazione in una chiesa.
Olio su tavola, inizio sec. XIX, cm 27,5x17
Scritta: P.G.R.
Persona che rimane incolume cadendo da una scala mentre trasporta dalla legnaia un fascio di legna.
Olio su tavola, dicembre 1810, cm 29,5x23
Scritta: P.G.R. in scudetto
(retro) “dicembre 1810” e sequenza di 36 quaterne di numeri da 1 a 4, riferentisi ai tocchi, in varia combinazione e successione, delle quattro campane. Inoltre la scritta: “Ricardo Rizzi (?) / Per gracia ricevuta L’anno 1810”.
Ferito a seguito di un urto provocato dalla campana, un campanaro precipita, salvandosi.
Ambientazione nella cella campanaria del campanile quattrocentesco di Pieve.
Le campane ritratte nella tavoletta sono le stesse attualmente sistemate nella cella campanaria e risultano fuse nel 1809 dal Reatti di Reggio Emilia.
Sono esattamente: la “grossa” di q.li 12,30, nota musicale “MI”; il “mezzanone” di q.li 8,59, nota musicale “FA”; la “mezzana” di q.li 6,20, nota musicale “SOL”; la “piccola” di q.li 4,52, nota musicale “LA”, tutto in tonalità bemolle.
Non è chiaramente identificabile l’occasione o la festa in cui si verificò l’incidente; forse durante la novena natalizia. Lo sventurato fu colpito dal “mezzanone”.
I numeri riportati nella colonna delle 36 quaterne sono la trascrizione di una suonata del tempo. Essa inizia col ritmo 1-2-3-4, motivo tipicamente bolognese, corrispondente a LA-FA-SOL-MI, ripetuto per quattro volte. Continua con un intreccio di variazioni a quattro uguali, ripetute nel complesso cinque volte; poi segue con due uguali, per quattro volte e con otto “suonate variate”. Secondo il geometra Dafni Carletti e il signor Giovanni Pedini, campanari pievesi, l’intero complesso è una suonata prettamente pievese, la cui denominazione tecnica dialettale è la seguente: “dou piantè ed S. Pir, l’ònna e la mèza”.
(notizie fornite dall’avv. Ferrante Tura}
Tav. XXIII
Olio su tavola, 21 aprile 1838, cm 26x24
Scritta: P.G.R.
(retro) scritta illeggibile estesa su almeno 5 righe da cui tuttavia si desume la data.
Ad un civile, che si trova sulla piazza di Pieve, scoppia il fucile imbracciato, al cospetto di un militare e di alcune persone, e tutti restano illesi. Fedelissimo lo sfondo costituito dal palazzo comunale ove è visibile, sopra il portone d’ingresso, lo stemma del governo pontificio.
Tav. XXIV
Olio su tavola, metà sec. XIX, cm 23,5x19
Scritta: P.G.R. su scudo convesso
Un villico cade da un carro agricolo che trasporta un carico di fasci di canapa.
Olio su tavola, metà sec. XIX, cm 26x 19,5
Scritta: P.G.R. su scudo convesso
Un contadino, per l’intercessione di sant’Antonio al Crocifisso, rimane illeso nel rovesciamento di un carro agricolo trasportante sacchi di frumento, mentre affronta un pendio.
Tav. XXVI
Olio su tavola, metà sec. XIX, cm 19,5x15 con cornice di cm 2,5
Scritta: P.G.R.
Un nobile è prostrato in atteggiamento di invocazione al Crocifisso e alla Vergine. Non si riesce a stabilire se la Madonna abbia funzione mediatrice.
Tav. XXVII
Olio su tavola, sec. XIX, cm 23x17,5
Scritta: P.G.R.
Un fanciullo inginocchiato si rivolge al Crocifisso entro una ambientazione domestica sommaria e convenzionale riferibile al secolo XIX.
Tempera su carta applicata su tavola, sec. XIX, cm 25,5x20
La scena rappresenta un calesse rovesciato, all’esterno di un paese. Sono ravvisabili una porta d’accesso, il terraglio, il canale in primo piano, mentre in prospettiva si ha una panoramica dell’abitato segnato da tre campanili. Presumibile panorama di Cento visto da Porta Pieve.
Olio su tavola, marzo 1854, cm 27,5x21
Scritta: P.G.R.
(retro) “Falconi (?) Eduardo / figlio di Antonio riceve / la grazia / nel mese di Marzo/L’anno 1854”.
La caduta del bambino è realisticamente posta nell’attuale via Luigi Campanini di Pieve di Cento.
Tav. XXX
Olio su tavola, seconda metà sec. XIX, cm 26x21
Scritta: P.G.R.
Sono protagonisti di una lotta sociale, che potrebbe riferirsi alle sommosse contro la legge del macinato dell’anno 1869, due carabinieri, di cui uno rimane ferito, e popolani che imbracciano forconi e lanciano pietre.
Olio su tavola, seconda metà sec. XIX, cm 28x21
Una signora invoca il Crocifisso coadiuvata dall’intercessione di san Giuseppe Calasanzio, che dimorò a Pieve, e di sant’Antonio di Padova. L’ambientazione, per essere impressionistica, prescinde da dati reali.
Olio su tavola, anno 1908, cm 28x23
Scritta: P.G.R.
Una bambina cade da una scala in una cucina di tipo seicentesco. Non è da escludere, anche per il riferimento alla raggera del Crocifisso, che la tavoletta sia stata stilisticamente modulata su altra del secolo XVII.
La Madonna di Piazza o del Voltone, col suo altare, è nominata espressamente nel 1462 negli squarzi (resoconti) annuali dell’ospedale; in tali resoconti è annotato che in quell’anno fu sconsigliato di drappeggiare il grande affresco (“la tàuola che ède fuora, del muro, de l’altare de Madonna santa maria, zoè la nostra dona e santo cristòualo con altre depinture”) con drappo nero, perché, bagnato dalla pioggia e sbattuto dal vento, avrebbe danneggiato “tutte quelle belle figure”.
Il pittore Giovanni Mascarelli restaurò l’affresco nel 1491; in seguito è presumibile che esso abbia subito altri numerosi interventi di restauro. Nel 1764 dell’intero affresco fu staccata dal muro e riportata su tela la sola Madonna con Bambino che è giunta fino a noi. Le due figurine in lamina sbalzata d’argento sono ritratte di profilo e inginocchiate in atteggiamento devoto. Risaltano sui colori del dipinto ad esso sovrapposte al suo bordo inferiore e rappresentano verosimilmente i committenti dell’operazione di distacco dell’affresco.
In passato era costume che sull’”altare della Madonna di Piazza” (detta pure di Piazza Coperta o del Mercato) ogni venditore depositasse qualche “libbra” della merce che poneva in vendita, che poi la Compagnia di S. Maria ritirava e distribuiva (o vendeva dando il ricavato) ai poveri. Questi spontanei “contributi dei mercantini” sono essi pure registrati negli squarzi, e, spesse volte, tra le altre merci, risulta l’offerta di “garzuolo di canapa”
(notizie fornite da p. Edmondo Cavicchi, e, in parte, ricavate da: Il Cristo di Pieve, Bologna, 1972).
Olio su tavola, fine sec. XVII - metà sec. XVIII, cm 23,5x19
Un cavallo imbizzarrito sbalza di sella il cavaliere dinnanzi alla cappelletta della Madonna di Piazza sotto il Voltone.
Olio su tavola, metà sec. XVIII, cm 32,5x25 con cornice di cm 2,5
Cinque persone in carrozza vengono sbalzate a terra dal cavallo imbizzarrito dinnanzi all’altare della Madonna di Piazza. Fra le colonne del Voltone si intravvedono il palazzo comunale, la facciata della chiesa con il campanile.
Olio su tavola, anno 1788 (?), cm 25x20
Scritta: (retro) didascalia illeggibile estesa su (?) righe
Pessimo stato di conservazione: individuabile appena una figura di donna che, col braccio alzato, si rivolge alla Madonna di Piazza. Rimane indecifrabile la figura di destra, presumibile destinataria della grazia.
Olio su tavola, fine sec. XVIII - inizio sec. XIX, cm 28,5x22,5
Una devoto invoca la Madonna del Voltone, posta sull’altare ed aureolata, nel momento in cui cerca di fermare un cavallo imbizzarrito che trascina un calesse.
Olio su tavola, inizio sec. XIX, cm 30x26
Scritta: P.G.R. in scudo convesso
Sotto il Voltone di Pieve, al cospetto della Vergine, si spezza l’asse delle ruote posteriori di una carrozza. Rimangono illesi un gentiluomo ed una dama. Tra le colonne si nota in prospettiva falsata la facciata del palazzo comunale.
Olio su tavola di forma non rettangolare, inizio sec. XIX, cm 24x17
Scritta: P.G.R.
Dinnanzi alla Madonna del Voltone un paggio in livrea cade accidentalmente dalla parte posteriore della carrozza. Il conducente ed i passeggeri si voltano spaventati ad osservare l’improvvisa caduta.